Prefazione
It does not make sense to have low fares
if you don’t make money”
[non ha alcun senso applicare basse tariffe, se non si fa denaro]
Non è stata una rivoluzione, quanto piuttosto una evoluzione:
è questa la sintesi di quanto traspare dalla lettura di
questo testo ove vengono riproposte le cronache del fenomeno no-frills,
low cost.
E se di evoluzione si tratta, allora trovano conferma le responsabilità
dei grandi vettori di linea, perché erano loro che solcando
i cieli da sempre, da quando l’aereo aveva preso il volo,
per primi avrebbero dovuto accorgersi dei mutamenti occorsi.
In questo testo non si troveranno sviscerate lodi per il fenomeno
low cost. Mezzo secolo di esperienza nel settore
ci ha ormai vaccinato dai troppo facili entusiasmi.
Hub & spoke; alleanze; CRS (i sistemi computerizzati di prenotazione)…
tanti sono stati i momenti in cui le aerolinee avevano creduto
di aver trovato la soluzione a tutti i loro guai, poi sciolti
come neve al sole.
Il fenomeno low cost, sia pur prendendo atto
del suo straordinario successo, non sfugge alla regola ed anche
per esso si sta avvicinando il momento della resa dei conti o,
più correttamente, del riequilibrio delle forze in campo.
Di certo comunque, l’avventura delle compagnie aeree a basso
costo ha dell’incredibile.
Essa rappresenta una salutare lezione di marketing e di strategia
aziendale, soprattutto avendo presente che nessuno sarebbe stato
disposto a scommettere un singolo penny sulla previsione che un
qualsivoglia imprenditore fosse riuscito a scalzare e mettere
in difficoltà il blasonato mondo delle compagnie aeree
da tutti rispettato e temuto.
Ma tanti e ripetuti sono stati gli errori compiuti dai vettori
tradizionali, che alla fine l’impossibile si è avverato.
"Quello che con troppa facilità si dimentica è
che quando le tariffe standard salgono eccessivamente, inevitabilmente
ci sarà qualcuno che le abbasserà": le compagnie
low cost potrebbero a buon diritto appellarsi "i
ribelli dei cieli" tante sono state le innovazioni e gli
insegnamenti che esse hanno dato alle compagnie tradizionali.
Il mezzo di trasporto aereo fin dal suo nascere è stato
sempre accompagnato dal binomio lusso-tariffe elevate, era ovvio
quindi che prima o poi qualcuno volesse provare ad andare in controtendenza.
Peccato che di ciò non si sono accorti i vettori di bandiera.
Anche il volo charter era nato con l’intento di ricondurre
il viaggio aereo ad un pubblico più vasto, attraverso l’applicazione
di tariffe accessibili, ma di fatto esso non è stato mai
in grado di "dare fastidio" alle grandi compagnie che
dominavano i cieli, né tantomeno di sostituirsi ad esse.
Ben differente è stata l'accoglienza e il favore incontrato
dalle low cost: questo particolare merita di
essere sottolineato, perché presenta aspetti degni di attenta
ponderazione.
Entrambe le tipologie fanno ricorso a basse tariffe; entrambe
forniscono servizi di bordo ridotti all'essenziale; nella maggior
parte dei casi entrambe si servono di scali secondari: eppure
delle prime si sente poco parlare, le seconde invece hanno fatto
letteralmente cortocircuitare il sistema dell'aviazione civile.
Il segreto delle low cost nei confronti delle
compagnie a domanda risiede evidentemente in altri fattori, fra
cui il primo è senz'altro la regolarità del servizio
la quale, manca del tutto nel settore charter. Ma non è
certo un caso che allorché in Europa si sono avviate le
aperture comunitarie, le prime che ci "hanno provato"
sono state proprio le compagnie a domanda le quali, come vedremo,
per l’occasione si sono affrettate ad attivare servizi scheduled
a tariffe ribassate rispetto a quelle applicate delle compagnie
regolari. Eppure anche questo tentativo è fallito.
Nel testo si parlerà anche molto e ripetutamente degli
aeroporti cosiddetti "secondari" senza i quali, mai
e poi mai i vettori low cost avrebbero potuto
assumere quei ruoli determinanti cui sono giunti.
E se un po' ovunque nel mondo, ma specialmente in Italia, molti
scali destinati a ospitare solo ragnatele, hanno trovato improvvisamente
investitori che li hanno rimessi a lucido, il merito è
esclusivamente delle compagnie low cost.
Contrariamente ai luoghi comuni, il fenomeno low cost,
sia pur con appellativi differenti, ha origini ben più
lontane di quello che si immagina. La maggior parte dei lettori,
ne siamo certi, rimarrà sorpresa di quanto leggerà
nei primi capitoli di questo libro.
Parlando del basso costo ad alta quota, ripercorreremo gli eventi
che hanno accompagnato questa incredibile, del tutto inaspettata,
pagina dell’aviazione civile, ricordando come essa, una
volta avviata, fosse vista con estrema diffidenza dalla maggior
parte degli analisti, specialmente per quanto riguardava un suo
attacchimento nel continente europeo.
L'evoluzione ora si prepara al successivo passaggio; il fenomeno
giunto al suo culmine, incontra ridotti spazi per ulteriori espansioni
e il gap fra i due modi di volare si viene assottigliando. Entrambi
i modelli saranno costretti sempre più ad assomigliare
- loro malgrado - l'uno all’altro.
Antonio Bordoni
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